Le Vetrate Artistiche Grassi


Il FAI, Fondo Ambiente Italiano che si occupa di valorizzare e tutelare il patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano, ha da pochi giorni concluso l'evento dedicato ai beni aperti al pubblico nelle Giornate di Primavera.
Tra le numerose visite ha riscosso notevole successo quella alla "Bottega storica Grassi, Vetrerie Artistiche" di Milano. 



I visitatori hanno potuto avvicinarsi a questa antica arte di lavorazione del vetro chiamata ialurgia e ripercorrere nei secoli la storia di un materiale cosi versatile, riciclabile ed utile in molte applicazioni.
I popoli che si contesero l'invenzione del vetro furono i Fenici e gli Egiziani. Si narra che i Fenici tornando in patria dall'Egitto facessero la meravigliosa scoperta del quarzo e della sabbia silicia fusi al contatto col fuoco. Ma questa è la versione narrata nei racconti di Plinio. Le notizie più antiche datano la scoperta del vetro in tombe risalenti al 4000 a.C. Anche nelle tombe dei Faraoni sono state trovate perle di vetro multicolore lavorate imitando le pietre preziose. Gli Egiziani iniziarono a soffiare il vetro verso il 1400 a.C. diventando veri maestri nella produzione e nel commercio delle vetrerie, rifornendo i mercati allora più conosciuti destinati ai regnanti e alle principesse i cui monili in vetro non avevano nulla da invidiare, per perfezione e luminosità, alle pietre preziose.
L'Impero Romano, assoggettato anche l'Egitto, trasferì i migliori maestri vetrai a Roma dove i Patrizi fecero a gara per rivestire le pareti delle loro dimore con lastre splendenti. Sembra strano però come non avessero compreso l'utilità della sua applicazione per le finestre, che rimasero a lungo semplici aperture chiuse solo con tavolati di legno o con lastre fisse di vetro. Di nuovo, il predominio del vetro si spostò nelle nuove terre occupate dai Romani fino nell'Impero d' Oriente a Bisanzio e si consolidò in Siria.
I Veneziani probabilmente ne appresero il segreto della lavorazione durante i loro viaggi per mare; la prima industria nacque a Venezia nel X sec. e fu relegata nell'isola di Murano per evitare che i segreti della lavorazione venissero diffusi.
Verso il 1300 un veneziano ideò il sistema di produzione degli specchi. I Francesi riuscirono a carpirne i sistemi di lavorazione e dalla Francia alla Boemia ben presto dilagò il segreto e sorsero nuove industrie in concorrenza a Murano; fino a che alla fine del 1800 circa un americano ideò la macchina per la produzione delle bottiglie e ogni famiglia potè avere vari oggetti di vetro per uso domestico.
Accanto all'arte del vetro esisteva l'arte delle vetrate da chiesa. Nelle cattedrali gotiche medievali la luce gioca ancora oggi in tutta la varietà dei suoi colori, merito dell'abilità artistica dei decoratori vetrai che crearono nel Medioevo stupende vetrate sacre per attirare un maggior numero di fedeli. 
Ma l'applicazione del vetro è continuata anche nell'edilizia e nell'oggettistica, passando per l'Art Nouveau, il nuovo stile floreale Liberty di fine 800 e per le splendide creazioni d'arte di Tiffany.




Dalla raccolta nelle cave o dai letti dei fiumi, e dopo la lavorazione nelle fabbriche vetrarie, la silicie sottoforma di sabbia, quarzo, selce e pietra bigia, arriva sui grandi tavoli degli artisti intenti ad incidere le figure sulle fragili lastre di vetro, lavoro per cui occorre uno spiccato senso artistico e mano ferma.



I mastri artigiani nel laboratorio delle Vetrerie Grassi svolgono lavorazioni con la tecnica tipica degli antichi maestri vetrai francesi. La lavorazione inizia dallo studio del progetto con un bozzetto scala 1/10. 



Si passa poi al disegno in grandezza naturale sul quale si applica un lucido per ricalcarne la figura. 



Il lucido è poi trasferito su del cartone che viene tagliato nei vari pezzi che compongono il disegno. A questo punto si passa alla scelta dei colori dei vetri e dei tagli tecnici che comporranno la vetrata artistica finale. 



I vetri vengono tagliati seguendo il bozzetto originale e legati tra di loro a piombo e saldati a stagno.

Sul prodotto finale viene applicata poi una pasta a base di segatura, gesso e colla di pesce che cementifica il tutto, mentre perimetralmente si lega con dell'ottone per dare robustezza alla vetrata.
Gli interventi pittorici se richiesti sono realizzati a  tecnica grisaille vetrificabile a gran fuoco per ottenere una durata illimitata nel tempo.
La grisaglia è un particolare tipo di polvere che, unita alla gommalacca e cotta nel forno, crea sul vetro delle velature e quando asportata garantisce particolari effetti di luce su alcune zone, ombreggiandone altre ed evidenziando i particolari del disegno. 




Il vetro è un materiale naturale di ottima qualità venuto da un lontano passato, con cui questi artisti hanno saputo creare una collezione unica e davvero suggestiva. 




 S.C.

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