I Macchiaioli, gli Impressionisti Italiani



Questa volta alla Gam Manzoni ho fatto la fila per ammirare i 35 quadri esposti nelle due piccole sale della galleria.
Si tratta di alcuni dei capolavori delle collezioni lombarde dei Macchiaioli, importante corrente artistica dell'800, i precursori degli Impressionisti francesi, loro cugini d'oltralpe.
Si riunivano nel Caffè Michelangiolo di Firenze e furono così denominati in modo denigratorio dai pittori dell' Accademia e da alcuni giornalisti dell'epoca perchè la loro pittura si contrapponeva alle convenzioni accademiche di quel periodo.
I Macchiaioli prediligevano i contrasti cromatici luminosi, i chiaro scuri decisi, i colori usati puri, nel tentativo di definire l'immagine che doveva riprodurre l'impressione dal vero e riuscivano a rendere sulla tela appunto l'impressione che ricevevano dal vero attraverso la luce di macchie di colore di chiaro e di scuro, distinte e sovrapposte.
 Mentre la pittura degli Impressionisti francesi era di una luminosità rarefatta a tratti evanescente, quella dei Macchiaioli, che è in una chiave paesaggistica, diventa molto concreta, legata ad alcune realtà di territorio, di paesaggi rurali, di lavori nei campi, di riposo nelle campagne, di ritratti di figure femminili e di campi di battaglia. Infatti alcuni di loro si occupavano di politica e contribuirono alla causa Risorgimentale, motivo per cui molte opere rivelano un'alta attenzione alla realtà sociale. 
Tra i maggiori esponenti della corrente sono esposti quadri di Giovanni Fattori, con le sue pattuglie di cavalleria e il famoso olio su tavola del ritratto di "Silvestro Lega che dipinge sugli scogli"; di Silvestro Lega sono invece i ritratti di dame che educano al lavoro, che leggono romanticamente, gli ampi campi di grano e " Le bambine che fanno le signore"  che riprende l'imitazione e il travestimento nel gioco dei bambini con la complicità di una serva; di Telemaco Signorini sono le vedute delle marine delle Cinque Terre, dei suoi pescatori a riposo, i paesaggi di Siena, di Ravenna, di Settignano, mondi destinati a scomparire, ritratti di luoghi dove il tempo è più lento, vedute di borghi popolati di gente che si contrappongono al mondo frenetico e al muoversi veloce delle persone in " Hight Street a Edimburgo" olio su tela del 1881, dove le pennellate segnano un ritmo più veloce e schizzato. Di intenso realismo è l'angusto e grave "La via del fuoco" , ma forse il più bello per me in mostra è " Una mattina sull'Arno" così luminoso quasi da doversi mettere gli occhiali da sole! ; di  Odoardo Borrani sono i paesaggi di Castiglioncello e la scrittura della lettera de " L'analfabeta" ricco di dettagli di arredo e pizzi ottocenteschi; di Serafino Tivoli sono le cascine sull'Arno; di Stefano Bruzzi il bel panorama di " Prime giornate di bel tempo".
Dopo la Gam se vi recate anche alla Galleria Maspes, nello stesso cortile, e da Bottegantica potrete ammirare nella prima alcuni quadri della Vecchia Milano di Gerolamo Induno, Mosè Bianchi, e i papaveri in fiore di Emilio Longoni ; da Bottegantica alcuni quadri sul Chiarismo Lombardo, detto così perchè predominano i toni chiari e luminosi senza chiaroscuri, e la raccolta Ingegnoli. Paolo Ingegnoli, facoltoso imprenditore milanese tra fine 800 e inizio 900 riunì alcuni tra i più importanti dipinti di Divisionisti e Macchiaioli dell'800 in una collezione privata che annovera artisti come Giovanni Boldini, Angelo Morbelli, Carlo Fornara, Telemaco Signorini, Giacomo Favretto, Giovanni Fattori, Domenico e Gerolamo Induno, Vincenzo Irolli ed altri ancora.

S.C.

Gam Manzoni fino al 25/02







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