El Castel d'Ajè

Una gita a Caluso con visita al Castello di Agliè


A qualche decina di chilometri da Torino, in un luogo dolce e rilassante del Canavese e in un tranquillo anonimato sorge il Castello Ducale di Agliè, el Castel d'Ajè in piemontese. 
Dagli anni '90 è dichiarato Patrimonio Mondiale Unesco con oltre 300 stanze e un grande parco di 33 ettari che lo circonda, non visitabile per mancanza di fondi.
Vanta un antico passato, pare sia stato edificato nel XII sec. 
Fin dal Marchesato dei San Martino, nei secoli è stato riedificato e riqualificato trasformandosi in residenza di campagna con l'acquisto da parte dei Savoia nel 1763, e infine da questi venduto allo Stato nel 1939, destinandolo a museo con struttura e arredi intatti.
La visita inizia da quello che nel '700 era l'ingresso principale che dà accesso alla Sala dei Valletti dove si può ammirare uno splendido lampadario dell'800 in vetro colorato di Murano che illumina importanti stucchi raffiguranti Diana cacciatrice e dipinti di pittori piemontesi che raffigurano paesaggi d'epoca di fantasia.
L'arredo è allestito in stile Impero e sopra una consolle si trova un orologio francese ancora funzionante che riproduce il porto di Genova con un meccanismo che simula il moto delle onde.
Nella Biblioteca sono stipati circa 2000 volumi di arte e letteratura tedesca e francese della seconda metà dell'800. Spicca il bel pavimento in coccio pesto realizzato in un' unica gettata e cotto sul posto con dei bracieri, tipico esempio di pavimento di residenze di campagna di quei tempi.


Il Duca Tomaso di Savoia Genova, instancabile viaggiatore, aveva collezionato opere cinesi, giapponesi e tailandesi e le aveva radunate poi nella Sala Cinese. Tra gli oggetti più importanti ci sono un risciò, armature ottocentesche di samurai, dei Budda in bronzo dorato, una testa di Budda in bronzo naturale del 600, porcellane tailandesi, divinità orientali in porcellana bianca e sulle pareti importanti dipinti del Crivelli.


Lungo un corridoio nel lato ovest del Castello busti celebrativi la famiglia Savoia e dipinti originali di pittori italiani dell'800 mai restaurati conducono alla Galleria d'Arte di levante, realizzata per volere di Carlo Felice di Savoia con consolles, sedute e dipinti ispirati alla storia antica della famiglia.
Alla sua morte la consorte Maria Cristina dal gusto raffinato ed elegante date le sue frequentazioni romane accresce la collezione con dipinti capolavori della pittura e della scultura ottocentesca.




Dalla Galleria tramite una piccola porta si intravede il piccolo Teatro di Corte che purtroppo non è visitabile.
Nella Sala del Biliardo per uomini è di notevole pregio il soffitto a cassettoni in legno con dipinti e rosoni, l'arredo in stile Impero e il biliardo di fattura francese di inizio novecento.


La Sala d'Angolo riccamente decorata porta dalla Sala della Caccia allo Studio del Duca di Genova, una sala seicentesca con un bellissimo pavimento a palmette in intonaco dipinto e sei grandi armadi donati dalla regina Maria Teresa d'Asburgo Lorena, moglie di Carlo Alberto, ricolmi di libri antichi.
Nella sala Tuscolana sono collocate le antichità romane. I sovrani appassionati di archeologia ( Carlo Felice fu il fondatore del Museo Egizio di Torino), si dedicarono agli scavi avvenuti nei terreni di loro proprietà nel Lazio da cui emersero grandi quantità di materiali di età etrusca.
Le pareti del Salone d'Onore invece furono decorate e affrescate dal Recchi, un pittore comasco attivo in tutte le principali residenze sabaude, dal Palazzo Reale di Torino, alla Venaria Reale, al Castello del Valentino e a quello di Racconigi. 
I saloni d'onore delle residenze seicentesche erano normalmente tenuti vuoti e allestiti di volta in volta per banchetti e feste.


Le ultime sale della visita sono elengatissime.
La Sala Gialla prende il nome a metà ottocento dallo splendido rivestimento delle pareti detto papier peints ovvero tappezzeria stampata con effetti in rilievo lucido/opaco con inserimento di particelle metalliche che rendono luminoso l'ambiente. Il biliardo per le donne, i dipinti che risalgono a metà 800 e l'importante orologio francese in marmo e bronzo fanno parte di un arredo in stile Secondo Impero.

 
A ponente nella bellissima Galleria Verde la papier peint è smagliante! I dipinti costituiscono un repertorio vario per qualità e importanza di pittura italiana del secondo 800, di Vedutismo e Romanticismo, collocati sulle pareti da Isabella di Baviera moglie del Duca Tomaso di Savoia Genova.




Chiude la rassegna la Saletta della Musica, dove campeggia un bel pianoforte tra i tavoli da gioco.
Chissà quali altre meraviglie sono contenute nelle stanze chiuse del castello? Peccato non poter dare una sbirciatina...
Il nostro patrimonio culturale è un trionfo di splendore ed eleganza.
  
S.C.


Commenti

Post più popolari